Il New Deal: la rinascita economica degli Stati Uniti dopo la Grande Depressione
Il New Deal fu un vasto programma di riforme economiche e sociali varato dal presidente Franklin D. Roosevelt tra il 1933 e il 1939. La sua nascita fu una risposta necessaria e urgente alla Grande Depressione, che aveva causato un crollo drammatico dell’economia americana. Con il New Deal, lo Stato assunse un ruolo più attivo nell’economia, rompendo con il paradigma del laissez-faire e ponendo le basi del moderno stato sociale.
Contesto: la Grande Depressione in cifre
Il crollo della Borsa di Wall Street nell’ottobre 1929 segnò l’inizio della crisi economica più grave del XX secolo. Tra il 1929 e il 1933:
- Il PIL degli Stati Uniti si ridusse di circa il 30%.
- La disoccupazione raggiunse il 24,9% nel 1933 (circa 13 milioni di persone senza lavoro).
- Oltre 9.000 banche fallirono.
- La produzione industriale calò di quasi il 50%.
- Il reddito medio familiare crollò da circa 2.300 dollari annui nel 1929 a meno di 1.500 dollari nel 1933.
Le tre fasi del New Deal
1. Relief – Sostegno immediato alla popolazione
Per far fronte all’emergenza sociale, Roosevelt creò agenzie come:
- FERA (Federal Emergency Relief Administration): distribuzione diretta di sussidi a milioni di famiglie.
- CCC (Civilian Conservation Corps): impiegò oltre 3 milioni di giovani in progetti ambientali e infrastrutturali.
- CWA (Civil Works Administration): fornì lavoro temporaneo a quasi 4 milioni di americani solo nel primo inverno di attività (1933-1934).
2. Recovery – Stimolo alla ripresa economica
L’obiettivo era rilanciare la produzione e l’occupazione attraverso investimenti pubblici:
- La PWA (Public Works Administration) finanziò grandi opere pubbliche, spendendo oltre 4 miliardi di dollari in progetti come ponti, scuole, ospedali e dighe.
- La TVA (Tennessee Valley Authority) trasformò una delle regioni più povere degli USA attraverso la costruzione di centrali idroelettriche, favorendo l’elettrificazione rurale: nel 1933 solo il 10% delle abitazioni rurali aveva elettricità, nel 1945 erano oltre il 90% nella zona della TVA.
3. Reform – Riforme strutturali e stabilizzazione
Per evitare il ripetersi di simili crisi, Roosevelt introdusse:
- La Glass-Steagall Act (1933), che separò le banche commerciali da quelle d’investimento e creò la FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), garantendo i depositi bancari fino a 2.500 dollari (oggi milioni).
- La SEC (Securities and Exchange Commission), istituita nel 1934, per vigilare sulla trasparenza dei mercati finanziari.
- Il Social Security Act (1935), che introdusse un sistema pensionistico e di sussidi per disoccupazione e invalidità.
Impatti economici del New Deal
- La disoccupazione scese progressivamente: dal 24,9% del 1933 al 14,3% nel 1937.
- Il PIL ricominciò a crescere: +10% nel 1934, +8,9% nel 1935, +12,9% nel 1936.
- La fiducia nei mercati bancari fu in parte ripristinata: entro il 1936, non vi furono più fallimenti bancari di massa.
Tuttavia, la piena occupazione fu raggiunta solo con l’entrata degli USA nella Seconda Guerra Mondiale, quando l’economia passò a un’economia di guerra.
Il New Deal segnò una svolta radicale nella storia economica americana. Sebbene non risolse completamente la crisi, rappresentò un punto di rottura con il passato e dimostrò che l’intervento pubblico poteva mitigare le conseguenze di una recessione profonda. I suoi effetti si riflettono ancora oggi nei pilastri del welfare e nella regolamentazione del sistema finanziario.