La Prima Guerra di Indipendenza
Contesto storico e cause della guerra
Nel 1848, l’Italia era divisa in vari stati, molti dei quali sotto il controllo diretto o indiretto dell’Impero Austriaco, che dominava la Lombardia e il Veneto. Il desiderio di indipendenza e di unità nazionale si era diffuso tra gli italiani, ispirato dalle idee liberali e democratiche della Rivoluzione Francese e dal nazionalismo romantico.
I moti rivoluzionari del 1848, che ebbero origine in Francia e si estesero a tutta Europa, incendiarono anche l’Italia. Le insurrezioni iniziarono nel Regno delle Due Sicilie, portando alla concessione di una costituzione da parte di Ferdinando II di Borbone. Ma fu nel Lombardo-Veneto che si ebbero le rivolte più significative contro gli austriaci.
- Le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848): la popolazione milanese insorse contro le truppe del maresciallo Radetzky, costringendole a ritirarsi temporaneamente oltre il fiume Mincio.
- La Rivolta di Venezia: anche Venezia insorse e si proclamò la Repubblica di San Marco sotto la guida di Daniele Manin.
Questi eventi spinsero il Regno di Sardegna, governato da Carlo Alberto di Savoia, a intervenire dichiarando guerra all’Austria il 23 marzo 1848, con l’obiettivo di annettere la Lombardia e il Veneto e porsi alla guida di un processo di unificazione nazionale.
Fasi della Guerra
1. La Prima Fase: Vittorie iniziali (Marzo-Luglio 1848)
Carlo Alberto, forte del sostegno popolare, attraversò il Ticino con il suo esercito, ricevendo il sostegno di volontari da varie regioni italiane.
- Il Governo Provvisorio di Milano chiese aiuto al Piemonte, e altre forze italiane si unirono: il Granducato di Toscana, il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio inviarono contingenti militari.
- Le truppe piemontesi ottennero vittorie nelle battaglie di Goito e Pastrengo, avanzando nel territorio austriaco.
Tuttavia, il fronte italiano iniziò a sgretolarsi:
- Papa Pio IX, preoccupato per il carattere anti-austriaco della guerra, ritirò il suo esercito con il famoso “allocuzione” del 29 aprile 1848, dichiarando che la guerra contro un altro stato cattolico (l’Austria) non poteva essere benedetta dalla Chiesa.
- Anche Ferdinando II di Borbone richiamò le sue truppe, temendo una rivoluzione interna.
2. La controffensiva austriaca e la sconfitta di Custoza (Luglio 1848)
Privo di supporto, l’esercito sardo si trovò isolato. L’Austria riorganizzò le sue forze e, sotto il comando di Radetzky, sconfisse Carlo Alberto nella battaglia di Custoza (24-25 luglio 1848).
- Milano, senza più difesa, fu rioccupata dagli austriaci.
- Il 9 agosto 1848, Carlo Alberto fu costretto a firmare l’armistizio di Salasco, ponendo fine temporaneamente alla guerra.
3. La ripresa delle ostilità e la Battaglia di Novara (Marzo 1849)
Nel febbraio 1849, con l’Austria ancora impegnata in insurrezioni in Ungheria e nelle province italiane, Carlo Alberto decise di riprendere la guerra per riscattare l’onore del Piemonte.
- Il 20 marzo 1849, l’esercito piemontese attaccò nuovamente, ma l’offensiva fu mal preparata.
- Il 23 marzo, le truppe sarde subirono una pesante sconfitta nella battaglia di Novara.
4. L’abdicazione di Carlo Alberto e la fine della guerra
Dopo la disfatta, Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II e si ritirò in esilio in Portogallo, dove morì poco dopo. Il nuovo re firmò il Trattato di Pace di Milano (6 agosto 1849), che ristabilì il dominio austriaco sulla Lombardia e sul Veneto.
Conseguenze della Prima Guerra d’Indipendenza
- Conferma del Dominio Austriaco: L’Austria riaffermò il suo controllo sull’Italia settentrionale, soffocando le aspirazioni indipendentiste.
- Fine delle Repubbliche Rivoluzionarie: La Repubblica di San Marco (Venezia) e la Repubblica Romana, guidata da Mazzini e Garibaldi, furono sconfitte rispettivamente nel 1849 da Radetzky e dalle truppe francesi inviate da Napoleone III per ristabilire il dominio papale.
- Nuova Leadership in Italia: Il Regno di Sardegna uscì ridimensionato, ma la sconfitta di Carlo Alberto portò al trono Vittorio Emanuele II, che in seguito, con il sostegno di Camillo Benso di Cavour, avrebbe condotto l’Italia alla sua unificazione.
- Crescita del Nazionalismo Italiano: Nonostante la sconfitta, l’idea di un’Italia unita e indipendente si rafforzò, preparando il terreno per la Seconda Guerra d’Indipendenza nel 1859.
La Prima Guerra d’Indipendenza fu un tentativo prematuro di liberare l’Italia dal dominio straniero. L’inesperienza militare, la frammentazione politica e il ritiro degli alleati portarono al fallimento della campagna. Tuttavia, essa rappresentò un punto di svolta nella lotta per l’unità nazionale, dimostrando che il Piemonte sarebbe stato il motore principale del Risorgimento italiano.