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Luigi Pirandello: tra maschere e identità

Luigi Pirandello: tra maschere e identità

Chi era Luigi Pirandello?

Luigi Pirandello (1867–1936) è stato uno dei più grandi scrittori, drammaturghi e pensatori italiani del Novecento. Nato ad Agrigento, in Sicilia, Pirandello ha vissuto una vita segnata da profondi conflitti interiori, crisi familiari e riflessioni esistenziali, che si riflettono in tutta la sua produzione letteraria. Nel 1934 vinse il Premio Nobel per la Letteratura per “il suo audace e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”.

Temi principali della sua opera

Pirandello è conosciuto per la sua analisi dell’identità e della relatività della verità. Tra i temi ricorrenti troviamo:

1. La frantumazione dell’identità

Pirandello riteneva che l’identità dell’individuo non fosse fissa, ma mutevole a seconda delle situazioni e delle persone con cui interagisce. Da qui nasce la sua celebre distinzione tra “persona” (dal latino maschera) e “personaggio”: siamo sempre costretti a recitare un ruolo sociale.

2. La maschera e il contrasto tra essere e apparire

Le “maschere” che indossiamo nella società nascondono il nostro vero essere. L’uomo pirandelliano è in crisi perché non riesce mai a mostrarsi per quello che è davvero.

3. La follia come forma di verità

In molte opere, il confine tra sanità e follia è sottile. Spesso i personaggi ritenuti “pazzi” sono in realtà quelli che vedono più chiaramente la realtà.

Le opere principali

Il fu Mattia Pascal (1904)

È forse il suo romanzo più celebre. Racconta la storia di un uomo che, creduto morto, decide di cambiare identità e vivere una nuova vita. Ma scopre che non si può mai sfuggire veramente a se stessi o alla società.

«Così, dunque, io non ero più nessuno.»

Sei personaggi in cerca d’autore (1921)

Un’opera teatrale rivoluzionaria. Sei personaggi, rifiutati dal loro autore, irrompono su un palcoscenico durante le prove di uno spettacolo e cercano qualcuno che racconti la loro storia. Qui si esplora il rapporto tra realtà e finzione, arte e vita.

Uno, nessuno e centomila (1926)

È il romanzo filosofico per eccellenza. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopre un giorno che gli altri lo vedono in modo diverso da come lui si percepisce. Inizia così una crisi esistenziale che lo porterà a “smontarsi” pezzo dopo pezzo.

Il teatro nel teatro

Pirandello è considerato un precursore del metateatro, ovvero il teatro che parla di se stesso. Nei suoi drammi, spesso i confini tra attori e personaggi, tra scena e realtà, si confondono. Questo rende il suo teatro estremamente moderno e influente ancora oggi.

L’eredità di Pirandello

La sua visione relativistica dell’identità ha influenzato filosofi, psicologi e artisti in tutto il mondo. Pirandello ha anticipato molte riflessioni dell’esistenzialismo e della psicanalisi, e il suo teatro ha aperto la strada al teatro dell’assurdo di Beckett e Ionesco.


Luigi Pirandello ci insegna che la realtà è sempre soggettiva, che la verità è sfuggente e che l’identità è un continuo gioco di specchi. Le sue opere ci interrogano ancora oggi su chi siamo davvero e su quanto ci costi apparire qualcosa che non siamo. Leggerlo è un esercizio di introspezione, una sfida e, allo stesso tempo, un viaggio nel cuore della condizione umana.